Debacle Pd, Bosco (Uil): Una sconfitta annunciata

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 Benevento, 26 giugno 2018. Anche questa volta le forze di sinistra, e in particolare il Partito Democratico, non sono riuscite a essere credibili nell’assolvere al compito prioritario per le forze progressiste: quello della protezione delle persone più deboli ed esposte alla crisi. A ciò si aggiunga la condizione, a volte drammatica, in cui versa una parte del Mezzogiorno, in cui la politica continua ad avere le forme e i comportamenti del passato, che spesso sono orientati più al potere autoreferenziale che non al bene dei cittadini. Ma nemmeno governare meglio un fenomeno epocale come quello migratorio, per esempio riducendo gli sbarchi, è servito a impedire che la rabbia e il rancore – che con la crisi sono cresciute nel Paese – si concentrassero lì dove i teorici di una inesistente invasione volevano, e dove il Pd non è riuscito a contrastare i sentimenti di paura e chiusura che minano la nostra stessa convivenza civile. Certo le divisioni a sinistra, la scissione e i litigi autoreferenziali, incomprensibili per i cittadini, hanno contribuito in modo importante a minare la credibilità dell’intero campo progressista. E poi l’Europa, percepita come un’istituzione più orientata a creare e far rispettare regole burocratiche che al benessere delle persone, ha contribuito a un risultato che ha premiato chi ha voluto enfatizzare questo dato, dando sfogo a quello che viene chiamato populismo e nazionalismo.

Resta il dato numerico di una débâcle incredibile che ha portato la sinistra a perdere dal 2015 a oggi 30 comuni capoluogo di provincia, e per ultime le Città di Siena, alla quale sono particolarmente legato, Pisa e Massa. E l’anno prossimo si voterà a Firenze, ove pure vi è una situazione di incertezza rispetto alla ricandidatura del sindaco Dario Nardella.

Credo che riforma Fornero sulle pensioni, Jobs act e Buonascuola, a cui si deve aggiungere la velleitaria posizione sulla questione immigrazione, solo mitigata in positivo dall’ottimo ministro dell’Interno Marco Minniti, siano state le cause di una rovinosa caduta, che come Sindacato Uil avevamo previsto, e sulle quali Matteo Renzi non ha voluto sentir ragione facendo in modo che “morisse Sansone con tutti i Filistei”.

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