Pac, Caputo, un'occasione persa per l'agricoltura europea
“No alla rinazionalizzazione della PAC, sì ad una vera riforma!”
Arrivano proposte deludenti dalla Commissione europea sulla futura PAC. Proposte che si aggiungono ai pesanti tagli di bilancio annunciati dalla Commissione europea e che possono segnare la fine della stessa PAC. Completamente irresponsabile, in un contesto in cui Stati Uniti, Cina e Brasile aumentano i loro bilanci, la previsione da parte della Commissione UE di una riduzione del 12% (a prezzi costanti) del bilancio della PAC e di più del 25% per quanto riguarda lo sviluppo rurale.
L’agricoltura è un settore strategico per l’Unione europea e non si possono tollerare passi indietro nella politica comune. La proposta di consentire a ciascuno Stato Membro l’elaborazione di un piano strategico nazionale, porta i semi di una completa rinazionalizzazione della PAC, sinonimo di rinuncia. In tali circostanze, è molto difficile ripristinare la fiducia degli agricoltori e di tutti i cittadini nel progetto europeo.
Gli agricoltori europei già devono fronteggiare accordi commerciali, (Mercosur, Messico, CETA) che consentono l’ingresso nell’UE di prodotti che non rispettano gli standard di produzione europei, esponendo il settore alla concorrenza globale, oltre che alla concorrenza sleale all’interno del mercato dell’UE.
La Commissione europea continua a lasciare briglia sciolta al mercato. Le riforme della PAC adottate negli ultimi 25 anni sono state devastanti per gli agricoltori europei e pericolose per la nostra sicurezza alimentare. La Commissione continua a nascondere la testa sotto la sabbia. Ancora una volta l’esecutivo dell’UE, non proteggendo l’integrità del mercato interno, sta abbandonando le sue responsabilità di regolatore.
Mentre gli Stati Uniti impongono dazi sull’acciaio e sull’alluminio proveniente dall’UE, la Commissione europea continua la sua dottrina agricola dettata dall’OMC. Ancora una volta, la Commissione respinge le sue responsabilità rifiutando di trasformare gli aiuti disaccoppiati in aiuti anticiclici e rinviando la gestione delle crisi solo alle organizzazioni di produttori e ai regimi di assicurazione privata.
La debolezza delle proposte è sintomatica dell’incapacità della Commissione europea di pensare in termini strategici a medio e lungo termine! È urgente che l’Europa metta a punto una nuova PAC con un vero piano strategico di sicurezza e di sovranità alimentare. Ciò significa più sostegno – e non il contrario – per i nostri agricoltori e attuazione di misure normative per controllare meglio la volatilità dei prezzi.
Chiediamo che la politica agricola dell’Unione sia maggiormente legata al cibo, alla salute umana, alla lotta contro i cambiamenti climatici, alla protezione del nostro ambiente, alle nostre economie locali e all’occupazione. Pensiamo che l’UE debba interrompere la frenetica corsa agli accordi di libero scambio e smettere di servirsi dell’agricoltura come strumento per ottenere un maggiore accesso ai mercati dei paesi terzi per i prodotti industriali o i servizi.
La politica agricola comune non può essere aiutata con una riforma al ribasso ma con l’elaborazione di una strategia a lungo termine. L’agricoltura europea richiede una PAC più protettiva ed efficace che garantisca la sicurezza alimentare, stabilizzi i mercati, fornisca reddito equo agli agricoltori e che li sostenga nella transizione verso un modello agricolo sostenibile ed ecocompatibile.
Nicola Caputo (S&D, IT), Eric Andrieu (S&D, FR), Karine Gloanec-Morin (S&D, FR), Karin Kadenbach (S&D, AT), Momchil Nekov (S&D, BG), Maria Noichl (S&D, DE), Tibor Szanyi (S&D, HU), Marc Tarabella (S&D, BE), Maria Gabriela Zoana (S&D, RO)